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RIVA

Costruzione Aquarama

Tutto è iniziato nel settembre del 1998.

Era da molto tempo che desideravo affrontare la costruzione di quest'imbarcazione eccezionale, l'Aquarama, creata intorno al 1972 da Carlo RIVA.

Le curve di questa imbarcazione, il suo scafo dalla vernice intensa,questa ruota di prua con i suoi due fari integrati che le donano un'aria da squalo,tutto contribuiva ad attirarmi per realizzarne una riproduzione tanto perfetta quanto l'originale per presentarla eventualmente al concorso!

 

 

Per il timore di non trovare un progetto conveniente nelle diverse riviste definite "specializzate", che diffondevano progetti grossolani e non conformi, ho contattato un rivenditore sulla Costa Azzurra, luogo in cui si possono ancora vedere questi magnifici motoscafi.

Mi sono recato a Saint Tropez da Monsieur Antoine MERCURIO...

 

 

... che aveva nei suoi ateliers un Aquarama Special in attesa di un restauro di vernice.

 

 

Ho potuto scattare foto a piacere e misurare le dimensioni  di questa splendida opera d'arte che ho trascritto in un semplice quaderno!

 

 

Appena rientrato ho affrontato il progetto in scala 1/5 ( 1,75 m ) ispirandomi a quelli comparsi fino allora, ma riportando le dimensioni che avevo rilevato sul vero modello...

Ho potuto correggere gli errori commessi su questo progetto approssimativo che mi avevano scoraggiato ad affrontare questo cantiere...

 

 

Dopo tre mesi di disegno a calco, ho finito con l'avere un motivo per iniziare la costruzione.

                                                                                 

Ho iniziato quindi il cantiere all'inizio del 1999 e l'ho terminato all'inizio del 2007!

 

Non ho lavorato per otto anni consecutivi e non ho potuto raccontare il tempo passato su questo scafo che, nel complesso, è abbastanza semplice da costruire.

Dopo la preparazione dell'ossatura in CP di 5 mm posata sulla chiglia in pino, ho iniziato da un primo fasciame in stecche di pioppo di 3 mm di spessore e 10 mm di larghezza, poi da un secondo fasciame in mogano di 2 mm, che si sovrappone al primo spostandosi di una mezza larghezza di stecche, per assicurare la perfetta tenuta dell'incollaggio e l'impermeabilizzazione.

 

 

Solamente il tavolato posteriore e tutto il ponte sono abbastanza complicati e delicati da realizzare soprattutto quando si utilizza del mogano massiccio.

 

 

 

Successivamente c'è stata la difficoltosa fase di carteggiatura su uno scafo di questa misura con i suoi due strati successivi di legno; si è dovuto levigare il primo prima di posare il secondo.

Ho utilizzato una levigatrice a disco che mi ha aiutato notevolmente nel lavoro; questa è tuttavia una macchina da utilizzare con molta attenzione per evitare di affrontare il legno in modo troppo invasivo, soprattutto sul secondo fasciame in mogano che misura solo 2 mm!

C'è stata ben inteso una finitura all'"olio di gomito" con diversi fogli abrasivi di grani a grandezza decrescente per arrivare ad uno scafo il più possibile liscio.

E' arrivata infine la fase della verniciatura, più di venti mani (a gruppi di tre) per una resa simile al vero.
Ho utilizzato una vernice glicero ''le tonkinois'', autorizzata dalla Marina Nazionale, per la sua facilità d'applicazione con un semplice pennello.

 

 

Ecco il metodo usato per l'applicazione di questa vernice:

-  passaggio di tre mani di vernice separate ciascuna da 24 h di essiccazione e senza carteggiatura tra una mano e l'altra, la mano successiva fondendosi in superficie con la precedente poichè l'essiccazione non è che di una giornata...
-  dopo il passaggio di queste tre mani, essiccazione di una settimana,
-  poi, carteggiatura con carta abrasiva ad acqua, grana 400, per regolarizzare la superficie,
-  poi applicazione di altre tre mani come fatto prima e  stesso procedimento per arrivare ad una ventina di mani in totale.

Ecco ciò che ho potuto rilevare recentemente in un articolo di Marie Laure CITTANOVA:


" ... Così la finitura delle parti in legno necessita dell'applicazione di ventiquattro mani di vernice marina. Come una volta, come sempre. " Ventiquattro mani, il numero è stato stabilito da  Carlo Riva. E' ciò che bisogna fare per assicurare la resistenza del legno all'acqua ed al sale ", afferma Amadio Martinelli, capo del cantiere a Sarnico. Sa tutto degli elementi di mogano lamellare, pazientemente assemblati per confezionare questi larghi capodibanda dove è bello pavoneggiarsi ed abbronzarsi.

Le prime dieci mani di vernice sono applicate col pennello,  per una migliore resistenza alle graffiature ed agli urti. Ci vuole un intero giorno di essiccazione tra l'una e l'altra di esse, mentre viene effettuata una carteggiatura ogni due mani. Le successive cinque o sei mani vengono applicate tramite aerografo, una specie di pistola che polverizza la vernice, cui segue una grande essiccazione di sette giorni. E' prevista un'ultima carteggiatura prima dell'applicazione delle ultime mani di vernice (sempre tramite aerografo), in un ambiente chiuso per impedire il deposito delle polveri..."

Finalmente non ero lontano dal metodo ottimale!

 

 

Successivamente, se la resa è corretta come spessore e con una superficie ben regolare, faccio una carteggiatura con grana 600 poi 2500 prima di passare all'abrasivo liquido per far ritornare la lucentezza della vernice; e là, miracolo, questa diventa liscia come la pelle di un neonato!

Così, è inutile andare da un carrozziere per un passaggio in cabina al fine di evitare le polveri che non cessano di depositarsi!

Dovranno poi essere realizzate tutte le parti dell'attrezzatura di coperta e della selleria (vedere nelle rispettive rubriche tutti i dettagli...)

 

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Traduzione dal francese di Elisa GASPARI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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02/05/2011
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